giovedì 29 agosto 2013

PEDAGOGIA DELLE RISORSE UMANE

Sintesi  relativa alle proposte didattiche dei materiali e dei testi presenti nel MODULO 2. 
                  
Temi trattati
·         Animazione culturale
·         I simulacri dell’anima
·         Che fine ha fatto il libero arbitrio?

Prima di indagare le istanze che sottendono al concetto di animazione culturale è opportuno soffermarsi sul concetto di formazione di cui oggi tanto si parla.
Quando si trattano i fatti educativi si tende ad inscriverli all’interno di una categoria pedagogica denominata formazione. Questo termine, inizialmente nato all’interno dei contesti professionali, in campo educativo assume un significato più ampio e profondo; per formazione si intende la promozione di quei processi attraverso i quali l’individuo costruisce la propria identità, la propria personalità, ovvero traduce in esistenza attiva le potenzialità racchiuse nella sua dimensione interiore, in attesa di potersi affacciare sul mondo.
Il processo formativo rivolto all’individuo si realizza attraverso l’intersezione di più elementi, hanno una particolare rilevanza la socializzazione, l’inculturazione, l’educazione. Per socializzazione si intendono quei processi che promuovono i comportamenti che si esprimono nella dimensione sociale dell’individuo, ma anche le azioni e gli strumenti che guidano l’individuo a diventare essere sociale. Per inculturazione si intendono quei processi che dalla cultura di appartenenza  influenzano la personalità individuale e collettiva. L’educazione invece è intesa come relazione intenzionale e profonda fra educatore ed educando che ha come obiettivo principale quello di aiutare quest’ultimo alla piena realizzazione della propria interiorità, ad acquisire coscientemente e criticamente il patrimonio culturale della società in cui vive. Il concetto di animazione culturale sintetizza e racchiude i processi appena esposti, possiamo affermare, dunque, che l’animazione racchiude in sé l’ideale supremo della formazione. Tale assunto è facilmente dimostrabile se riflettiamo sul significato etimologico del termine animazione che Niccolò Tommaseo indica come:
·         L’atto di ricevere l’anima
·         L’atto di dare l’anima o del mantenere la vita animale
·         Il complesso delle facoltà e degli atti della vita animale
·         Il moto vivace di persona
Allarghiamo la nostra riflessione intorno alla radice della parola animazione che deriva dal verbo animare e che ci fornisce un approccio dinamico al suo intimo significato: animare  è inteso come l’atto di dar vita tanto ai viventi quanto ai non viventi. Animare dunque indica una molteplicità di azioni e attività attraverso le quali si accende la vita dell’individuo, il suo sé interiore; da ciò nasce la riflessione che animare non può essere un’azione fine a se stessa, unilaterale, può essere solo una modalità strutturata al cui interno si declina la crescita e l’emancipazione dell’uomo. Il moto che sottende l’animazione si nutre e si sostanzia di amore, amore per la vita stessa, propria e dell’altro di cui ci occupiamo come educatori.  Animare vuol dire scegliere uno stile di vita costruito sull’educazione ai valori, ovvero, aiutare a modificare la propria e altrui personalità nella parte più profonda,  quella che contiene le premesse esistenziali. Allora l’animazione culturale non è altro che educazione dell’anima, l’anima quale oggetto misterioso che nella società, cosiddetta complessa, ha perso il suo diritto di cittadinanza a favore del corpo che ha assunto un’importanza straordinaria. La perdita dell’anima ha legittimato la nascita di un suo surrogato, l’identità personale, che oltre ad avere sostituito il concetto di anima ha innescato una profonda crisi  della coscienza, intesa come la possibilità per l’uomo di governare la propria vita in modo libero, autonomo e consapevole. La crisi della coscienza che l’uomo moderno vive ha profondamente  indebolito il suo IO, producendo così una frammentazione della propria anima, della propria identità interiore, paragonabile a una sorta di  poliedro. La poliedrizzazione dell’identità produce la formazione di una persona caratterizzata da molteplici facce interiori, ovvero, caratterizzata da un processo definito di federazione degli Io funzionali alle diverse situazioni sociali in cui si trova a vivere. Quando si legge che l’attuale cultura sociale ha smarrito l’anima, vuol dire che le persone non riescono più a dare un nome a ciò che le rende uniche e irripetibili. Questo disagio esistenziale sfocia nella ricerca della propria anima, ma per trovarla bisogna recuperare, attraverso l’educazione, lo specchio entro cui illuminare l’anima stessa.  Il luogo in cui la persona può incontrare la propria anima e l’anima dell’ altro, è la relazione interpersonale; lo specchio è la cornice della relazione intesa come luogo in cui sostenere la crescita della persona, la sua umanizzazione che, a certe condizioni, può essere vero e autentico luogo dove cercare e ritrovare il senso profondo della propria esistenza. Non tutte le relazioni educative portano alla scoperta dell’anima, anzi alcune possono avere una funzione distruttiva, come lo specchio dell’apparenza apparente, quello dell’abisso, quello di Dioniso, quello di Narciso e quello infranto. La relazione educativa che si abilita come relazione autentica è quella che si costruisce all’interno dello specchio di Alice, all’interno dello specchio mimetico e all’interno dello specchio dell’anima costruito da quei maestri che vivono intensamente ciò che insegnano. La relazione autentica è quella in cui si agisce per svelare la vocazione dell’ individuo, ovvero il contributo specifico che ogni persona deve dare alla vita, alla condizione umana, al mondo, affinché possa realizzare il compito affidato all’unicità della sua anima. La relazione autentica, tuttavia, non avviene per caso, non è una operazione meccanica dettata da principi pedagogici astratti, essa è frutto di una conquista, di una costruzione graduale di senso fra l’educatore e l’educando; si tratta di una condivisione che si nutre, in primo luogo, di amore, amore incondizionato verso l’altro. Perché si possa parlare di relazione autentica ciascuna persona deve sentirsi accettato nella propria integralità, nel bene e nel male con tutti i limiti che possiede. Nella relazione autentica sappiamo di essere amati per ciò che siamo e non per come appariamo. Questo rapporto privilegiato si fonda sull’assunto socratico del “conosci te stesso”, si fonda, anche e soprattutto, sulla scoperta del NOI, ovvero del senso di reciprocità formativa che illumina il percorso e l’incontro fra l’Io e il Tu. Comprendere che dietro alI’Io, al Tu c’è sempre un NOI significa comprendere la storia dell’IO e del Tu in funzione del NOI solidale e inclusivo.
In seguito alle considerazioni esposte fin qui, sorgono spontanee alcune domande: “Perché nella società contemporanea ci scopriamo “affamati” di cultura dell’anima? Perché l’educazione dell’anima sta diventando una risposta, forse l’unica più corretta e praticabile, nei confronti dei bisogni sociali emergenti?” Come scrive il Prof. Pollo in uno dei suoi numerosi articoli sulla tematica, forse abbiamo bisogno di ritrovare l’anima dopo il suo “omicidio” avvenuto ad opera di una parte molto importante della filosofia della modernità il cui caposcuola è stato Locke. Forse abbiamo bisogno di redimere l’anima interiore, facendola tornare a ri-vivere, abbiamo bisogno di ri-darle la facoltà di parola, forse ciascun individuo ha bisogno di essere ri-educato nell’orecchio e nel cuore all’ascolto consapevole della propria anima perché in essa si sostanzia la coscienza individuale. La coscienza individuale, anch’essa oggetto misterioso come l’anima, che fatichiamo a intravedere fra le pieghe di una contemporaneità afflitta da numerosi mali; la coscienza individuale che alcuni neuroscienziati hanno tentato di spiegare attraverso i meccanismi neurali, ovvero fra ereditarietà e ambiente. Liberarsi del peso gravido della coscienza significa, da una parte eliminare il mistero della vita stessa, dall’altra negare la possibilità all’uomo di esercitare ciò che Pico della Mirandola definiva il libero arbitrio, cioè la capacità dell’uomo di gestire, realizzare la propria vita come individuo libero dal determinismo culturale, libero di poter esprimere pienamente e consapevolmente se stesso, ascoltando la propria coscienza. L’uomo moderno è stato privato dalla cultura sociale del libero arbitrio poiché è stato sottomesso alle sue pulsioni istintive, alle sue passioni e ai condizionamenti sociali, ha perso la via del sentimento, ovvero, ha perso la capacità di ascoltare ciò che si forma nella sua mente, ponendosi sotto il predominio del corpo, cioè delle sue passioni. La perdita della libertà di scelta da parte dell’uomo equivale alla perdita della coscienza come luogo dell’autonomia, della responsabilità e della libertà umana; lo slegamento dalla coscienza sta producendo la libertà dell’elettrone inebriato dall’illusione di autonomia che, invece, rende l’uomo ancora più schiavo della cultura assoggettante in cui vive. Tutto ciò ha prodotto nelle persone numerose dipendenze patologiche, alcune delle quali davvero distruttive, come il consumo di droghe e alcool, vere e proprie forme di schiavitù, ma anche l’impossibilità di riconoscersi pienamente nei valori autentici, quelli che ri-conducono verso Dio, quelli che fanno riconoscere all’uomo di essere una creatura capace di liberarsi dai condizionamenti negativi e di assaporare la libertà che gli deriva dall’essere stato fatto a immagine e somiglianza di Dio. Solo l’accoglienza di libertà primitiva fondata, come si recita in  Genesi, sul mito della Creazione in cui si disegna il libero arbitrio come dono del Padre, come libera scelta di divenire simili a Lui,  può ricondurre l’uomo sulla strada delle scelte consapevoli, secondo coscienza, per liberare le potenzialità insite nella sua natura, realizzando pienamente la sua umanità all’interno della propria esistenza strettamente connessa con quella degli altri individui con i quali condivide la realtà sociale. L’animazione culturale aut pedagogia dell’anima è allora lo strumento principe per aiutare l’uomo a combattere il suo drago, in modo da rendergli possibile una tessitura della propria esistenza attraverso i fili della libertà, dell’autonomia, dell’autocoscienza e della storia. Questo obiettivo si manifesta quando l’individuo vive la propria quotidianità con ricchezza di senso che  può essere realizzata attraverso l’intreccio di tre elementi basilari del processo educativo: sostenere l’educando nel suo percorso di scoperta della propria vocazione all’interno di un processo di sviluppo autentico della propria appartenenza attiva e vitale alla cultura sociale;  il secondo elemento è quello della costruzione di una nuova socialità, intesa soprattutto come espressione  di una solidarietà illimitata e despazializzata, a tutto campo, che investa non solo gli individui in condizione di prossimità, ma che abbracci tutto il mondo e tutti gli elementi del mondo; il terzo elemento che legittima la condizione evolutiva della coscienza autentica nasce dalla consapevolezza del bisogno di trascendenza, non solo di tipo religiosa, ma una trascendenza che abbracci l’esistenza reale quella che si costruisce adottando uno stile di vita partecipativo, solidale e inclusivo.   
 Senza trascendenza la coscienza umana perde il suo nutrimento quotidiano, l’unico in grado di  fornire una straordinaria energia che ci aiuta a superare la debolezza, l’ipertrofia della volontà  di voler ri-definire noi stessi continuamente per vivere l’avventura della nostra esistenza con partecipazione unica e originale.
 Per concludere, ciò che occorre recuperare è la facoltà di costruire se stessi come centro sacro del mondo come unica possibilità di essere sempre autenticamente noi stessi, vedendoci e pensandoci inscritti nel processo di Creazione a cui, volenti o nolenti, apparteniamo.


Lisia Piovano

Nessun commento:

Posta un commento

Sono interessata al tuo commento se:
non è anonimo
se usi un linguaggio corretto, decoroso e rispettoso
se ti esprimi in modo attinente al contenuto del post.
In caso contrario il tuo commento non sarà pubblicato.