sabato 30 novembre 2013

mercoledì 27 novembre 2013

NE PARLAVO GIUSTO IERI CON BEPPE, MI SI E' APERTO UN MONDO ANCHE SENZA L'ACCOUNT IN FACEBOOK


MI RICONOSCO IN QUESTE IDEE E NELLA LOGICA DELLA CONDIVISIONE.


Da quando faccio parte del Gruppo Insegnanti 2.0 posso dire che “mi si è aperto un mondo”!
sa1_collaboratePrima di tanti ambienti istituzionali, il Gruppo Insegnanti 2.0 è nato per dare una risposta al bisogno di aggiornamento di noi docenti e per offrirci nuovi ed innovativi spazi di discussione. Sfruttando la capillare diffusione di Facebook e soprattutto l’apertura around the clock di questo popolare social network, possiamo oggi disporre di un’autentica “Sala Docenti Virtuale”.
La vera forza del Gruppo Insegnanti 2.0 ed il motivo del suo crescente successo sta nel fatto che noi siamo insegnanti veri! Persone che tutti i giorni entrano in classe e si misurano con i problemi reali ed i bisogni speciali dei ragazzi di oggi.

domenica 17 novembre 2013

TANTO PER CHIARIRCI UN PO' LE IDEE SU COSA FACCIAMO O SI DOVREBBE FARE A SCUOLA

LETTURA CONSIGLIATA


Insegnare, programmare e valutare per competenze
di Antonio Maiorano, autore Mondadori Education
Il concetto di didattica per competenze comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90... 


Il concetto di didattica per competenze comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90, nei documenti dell’Unione Europea, come il Libro bianco sull’istruzione e formazione1 a cura di Edith Cresson, allora Commissario Europeo con delega alla scienza, ricerca ed educazione, in cui si legge: «In tutti i paesi d’Europa si cercano di identificare le “competenze chiave” e di trovare i mezzi migliori di acquisirle, certificarle e valutarle. Viene proposto di mettere in atto un processo europeo che permetta di confrontare e diffondere queste definizioni, questi metodi e queste pratiche». 
L’idea di competenza deriva dall’ambito lavorativo, dove indica “il patrimonio complessivo di risorse di un individuo nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo percorso professionale”.2
Secondo questa idea viene effettuato, per esempio, nei Centri per l’impiego, il cosiddetto “bilancio delle competenze”, un colloquio, cioè, in base al quale si individuano le potenzialità dell’individuo, in termini di formazione, esperienze e attitudini, per trovargli una collocazione sul mercato del lavoro.
La dimensione della potenzialità e quella della natura integrata della competenza sono fondamentali, perché le ritroveremo anche nell’applicazione al mondo della scuola.
È intorno al 2000, nella temperie storica della Riforma Berlinguer, che inizia la discussione in Italia su cosa si debba intendere per competenza in un ambito formativo.
Rileggiamo due definizioni che risalgono appunto a quel periodo:
1. «Per competenza si intende, in un contesto dato, potenzialità o messa in atto di una prestazione che comporti l’impiego congiunto di atteggiamenti e di motivazioni, conoscenze, abilità e capacità e che sia finalizzata al raggiungimento di uno scopo.»3
2. «Ciò che, in un contesto dato, si sa fare (abilità) sulla base di un sapere (conoscenze), per raggiungere l’obiettivo atteso e produrre conoscenza; è quindi la disposizione a scegliere, utilizzare e a padroneggiare le conoscenze, capacità e abilità idonee, in un contesto determinato, per impostare e/o risolvere un problema dato.»4
Il quadro comincia a chiarirsi: la competenza, per esplicitarsi, ha bisogno di un contesto dato, non esiste se non “in situazione”, non può darsi in astratto; è un mix di conoscenze, abilità e attitudini (atteggiamenti e motivazioni); ha a che fare con la risoluzione di un problema, con il raggiungimento di uno scopo.