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domenica 30 marzo 2014
giovedì 6 febbraio 2014
mercoledì 5 febbraio 2014
EMOZIONI
INTERESSANTE ARTICOLO DA "LE SCIENZE" EDIZIONE ITALIANA DI SCIENTIFIC AMERICAN
EMOZIONI... COLTIVARLE A SCUOLA PER FARLE NASCERE NELLA VITA QUOTIDIANA.
L'ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE ALLENA IL SENSO EMPATICO E DI SOLIDARIETA' VERSO SE STESSI E VERSO GLI ALTRI, L'EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI DEVE ESSERE UN PROCESSO EDUCATIVO CHE SI FONDA SULL'INTENZIONALITA' DEL FARE SCUOLA. L'ARTICOLO TRATTA E RACCONTA UNA INTERESSANTE ESPERIENZA REALIZZATA NELLA SCUOLA PRIMARIA.
sabato 11 gennaio 2014
sabato 30 novembre 2013
LA RIFLESSIONE DEVE PARTIRE DA NOI
IL LINK RIMANDA A UN ARTICOLO INTERESSANTE, RICCO DI SPUNTI DI RIFLESSIONE CIRCA L'IDENTITA' DEI NATIVI DIGITALI.
SEGNALATO DAL PROF ANDREAS FORMICONI, ATTENTO OSSERVATORE E ASCOLTATORE DEL MONDO GIOVANILE, CONSIGLIO LA LETTURA AI GENITORI CHE VISITANO IL BLOG.
mercoledì 27 novembre 2013
NE PARLAVO GIUSTO IERI CON BEPPE, MI SI E' APERTO UN MONDO ANCHE SENZA L'ACCOUNT IN FACEBOOK
MI RICONOSCO IN QUESTE IDEE E NELLA LOGICA DELLA CONDIVISIONE.
Da quando faccio parte del Gruppo Insegnanti 2.0 posso dire che “mi si è aperto un mondo”!
Prima di tanti ambienti istituzionali, il Gruppo Insegnanti 2.0 è nato per dare una risposta al bisogno di aggiornamento di noi docenti e per offrirci nuovi ed innovativi spazi di discussione. Sfruttando la capillare diffusione di Facebook e soprattutto l’apertura around the clock di questo popolare social network, possiamo oggi disporre di un’autentica “Sala Docenti Virtuale”.
La vera forza del Gruppo Insegnanti 2.0 ed il motivo del suo crescente successo sta nel fatto che noi siamo insegnanti veri! Persone che tutti i giorni entrano in classe e si misurano con i problemi reali ed i bisogni speciali dei ragazzi di oggi.
La vera forza del Gruppo Insegnanti 2.0 ed il motivo del suo crescente successo sta nel fatto che noi siamo insegnanti veri! Persone che tutti i giorni entrano in classe e si misurano con i problemi reali ed i bisogni speciali dei ragazzi di oggi.
sabato 23 novembre 2013
domenica 17 novembre 2013
TANTO PER CHIARIRCI UN PO' LE IDEE SU COSA FACCIAMO O SI DOVREBBE FARE A SCUOLA
LETTURA CONSIGLIATA
Insegnare, programmare e valutare per competenze
di
Antonio Maiorano, autore Mondadori Education
Il concetto di didattica per competenze
comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90...
Il concetto di didattica per competenze comincia ad affermarsi
intorno alla metà degli anni ’90, nei documenti dell’Unione Europea, come il
Libro bianco sull’istruzione e formazione1 a cura di Edith Cresson, allora
Commissario Europeo con delega alla scienza, ricerca ed educazione, in cui si
legge: «In tutti i paesi d’Europa si cercano di identificare le “competenze
chiave” e di trovare i mezzi migliori di acquisirle, certificarle e valutarle.
Viene proposto di mettere in atto un processo europeo che permetta di
confrontare e diffondere queste definizioni, questi metodi e queste pratiche».
L’idea di competenza deriva dall’ambito
lavorativo, dove indica “il patrimonio complessivo di risorse di un individuo
nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo percorso
professionale”.2
Secondo questa idea viene effettuato, per
esempio, nei Centri per l’impiego, il cosiddetto “bilancio delle competenze”,
un colloquio, cioè, in base al quale si individuano le potenzialità
dell’individuo, in termini di formazione, esperienze e attitudini, per
trovargli una collocazione sul mercato del lavoro.
La dimensione della potenzialità e quella
della natura integrata della competenza sono fondamentali, perché le
ritroveremo anche nell’applicazione al mondo della scuola.
È intorno al 2000, nella temperie storica
della Riforma Berlinguer, che inizia la discussione in Italia su cosa si debba intendere per competenza in
un ambito formativo.
Rileggiamo due definizioni che risalgono
appunto a quel periodo:
1. «Per
competenza si intende, in un contesto dato, potenzialità o messa in atto di una
prestazione che comporti l’impiego congiunto di atteggiamenti e di motivazioni,
conoscenze, abilità e capacità e che sia finalizzata al raggiungimento di uno
scopo.»3
2. «Ciò
che, in un contesto dato, si sa fare (abilità) sulla base di un sapere
(conoscenze), per raggiungere l’obiettivo atteso e produrre conoscenza; è
quindi la disposizione a scegliere, utilizzare e a padroneggiare le conoscenze,
capacità e abilità idonee, in un contesto determinato, per impostare e/o risolvere
un problema dato.»4
Il quadro comincia a chiarirsi: la competenza, per esplicitarsi, ha bisogno
di un contesto dato, non esiste se non “in situazione”, non può darsi in
astratto; è un mix di conoscenze,
abilità e attitudini (atteggiamenti e motivazioni); ha a che fare con la
risoluzione di un problema, con il raggiungimento di uno scopo.
venerdì 15 novembre 2013
GRAZIE FLAVIA!
Imparare a parlare digitale
ARCHIVIATO IN CITTADINANZA DIGITALE, COMPETENZE LINGUISTICHE, DIGITALE, EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA DIGITALE, SCUOLA
Riflettendo sulle competenze linguistiche che un cittadino digitale deve possedere, per poter esercitare attivamente il proprio ruolo all’interno della comunità (on e off line), non si può ignorare l‘evoluzione lessicale in atto.
Per poter essere inclusi è necessario imparare ad imparare per tutto l’arco della vita.
Ecco alcune riflessioni in merito
IL MESSAGGIO DI PRENSKY AI DOCENTI ITALIANI
A TUTTI I GENITORI E A CHI CURIOSAMENTE GIRA NEL MIO BLOG
CONSIGLIO LA LETTURA DI QUESTO ARTICOLO
ARCHIVIATO IN APPRENDIMENTO, CONVEGNO ERICKSON, EDUCAZIONE, FUTURE-CATION, INNOVAZIONE, NATIVI DIGITALI, PRENSKY, SCUOLA DIGITALE, TECNOLOGIE
Quando parliamo di tecnologie non ci accorgiamo di usare il termine in un’accezione limitata, alludendo di solito alle tecnologie digitali. In realtà la parola tecnologia ha un significato più ampio e richiama un ventaglio di attività umane assai più variegato.
Un altro errore che molti compiono è quello di assumere a priori un atteggiamento critico e a volte oppositivo nei confronti delle tecnologie – soprattutto se decisamente innovative come quelle digitali – dimenticando che storicamente la tecnologia è servita a migliorare la vita dell’uomo, a renderla più sicura, più facile, più comoda. E lo fa ancora oggi, ma ad un ritmo molto molto più veloce che in passato.
Non si può far finta di non vedere, di ignorare le trasformazioni che stanno avvenendo intorno a noi, che interessano soprattutto il mondo di giovani e giovanissimi, dei cosiddetti “nativi digitali”.
domenica 10 novembre 2013
UNA VOLTA C'ERA IL DIRITTO ALLO STUDIO......
DIRITTO ALLO STUDIO
Quando sono entrata nel mondo della scuola mi è stato insegnato che per il docente l'aggiornamento e la formazione continua dovevano rappresentare un DOVERE, un dovere da coltivare costantemente per garantire una professionalità di alto livello. Mi riconoscevo in questo principio. Negli anni, il dovere si è trasformato in DIRITTO-DOVERE, mi sono riconosciuta ancora di più in questo principio, evoluto nel paradigma del diritto. Attualmente, si fa un gran parlare di questo tema, ahimè, solo un gran parlare, come spesso avviene in questa strana Italia, in cui si è pronti a riconoscere la significatività di determinate problematiche, ma, poi, nel pratico, si riesce a fare ben poco. Ebbene, così avviene anche nel mondo della scuola: si è concordi nel riconoscere l'importanza dell'aggiornamento come attività che racchiude in sé l'impianto strategico per affrontare le sfide intellettive, sociali, educative e formative lanciate dai nostri studenti, poi, però, si trascurano totalmente tutte quelle iniziative che potrebbero sostenere il docente nell'interpretare a pieno titolo il concetto di DIRITTO-DOVERE dell'aggiornamento e della crescita professionale nell'ottica del life long learning!
Il Diritto allo studio è contemplato come normativa, ma non lo è nella pratica, nel mio caso è stato sistematicamente negato.
Citando Victor Garcia Hoz "Educazione personalizzata" pag.70
..Se un professionista ha bisogno di un continuo riciclaggio o di un riadattamento richiesto dai rapidi cambiamenti della scienza e della società, chi ha più necessità di questa educazione permanente è proprio colui che professionalmente si dedica alla funzione educativa. La necessità di riadattamento in qualsiasi campo professionale è determinata dalla necessità di sostituire i prodotti che rapidamente invecchiano con altri più adeguati alle nuove necessità dell'uomo. Perciò....
Il risultato dell'educazione deve essere continuamente rielaborato. L'educazione permanente non comporta la sostituzione di uomini anziani con altri, bensì la sostituzione di idee o atteggiamenti antiquati con altri in accordo con la nuova situazione. Per concludere....
Se i maestri restano arretrati, l'educazione nascerà già vecchia, fuori dal suo tempo ....
lunedì 4 novembre 2013
sabato 26 ottobre 2013
STUDIANDO IL GIAPPONESE...DA MIA FIGLIA
SI SA..IL GIAPPONESE E' UNA LINGUA PARTICOLARE, STUDIARLA TI CAMBIA, COME SE TI ESPLODESSE DENTRO. PENETRARE LE SUE STRUTTURE EQUIVALE AD UN ARRICCHIMENTO COSTANTE DELL'ANIMA. DIETRO OGNI SEGNO, OGNI SIMBOLO, OGNI PAROLA C'E' UN MESSAGGIO CULTURALE, UN PO' COME AVVIENE IN TUTTE LE LINGUE, MA IN QUELLE ORIENTALI CIO' CHE SI SENTE E' UNA SORTA DI MAGIA...
笑う門には福来たる
QUESTO PROVERBIO SI LEGGE COSI'
WARAU KADO NI WA FUKU KITARU
domenica 20 ottobre 2013
martedì 15 ottobre 2013
DA MICROMEGA.............FIRMA ANCHE TU
APPELLO
No all'amnistia. Firma anche tudi Andrea Camilleri, Roberta De Monticelli, Paolo Flores d’Arcais, Barbara Spinelli"L’indulto+amnistia che oggi il Presidente Napolitano chiede in toni ultimativi al Parlamento non risolverebbe nessun problema strutturale e avrebbe come unici effetti più rilevanti quelli di fornire un salvacondotto tombale a Berlusconi, di delegittimare il lavoro della magistratura di contrasto al crimine, di umiliare le vittime e i loro parenti".
50mila adesioni! Mobilitiamoci
per moltiplicarledi Paolo Flores d'ArcaisNonostante il silenzio dei media, l’appello lanciato da MicroMega sta ricevendo una mole di adesioni inattesa e confortante. E può diventare, se i lettori se ne faranno protagonisti, un grande movimento d'opinione per impedire l’ennesimo e più grave inciucio e costringere il ceto politico ad affrontare alla radice la questione carceraria e le condizioni disumane della detenzione.
SANSA Quel regalo a Berlusconi travestito da gesto di clemenza
TINTI Altro che carceri l’unico problema è B. TRAVAGLIO L’amorale della favola BARBACETTO Carceri, l’emergenza ha la memoria corta FLORES D'ARCAIS Il Pd non sia complice FINI Occhio all’ira dei miti
No all'amnistia. Firma anche tudi Andrea Camilleri, Roberta De Monticelli, Paolo Flores d’Arcais, Barbara Spinelli"L’indulto+amnistia che oggi il Presidente Napolitano chiede in toni ultimativi al Parlamento non risolverebbe nessun problema strutturale e avrebbe come unici effetti più rilevanti quelli di fornire un salvacondotto tombale a Berlusconi, di delegittimare il lavoro della magistratura di contrasto al crimine, di umiliare le vittime e i loro parenti".
50mila adesioni! Mobilitiamoci
per moltiplicarledi Paolo Flores d'ArcaisNonostante il silenzio dei media, l’appello lanciato da MicroMega sta ricevendo una mole di adesioni inattesa e confortante. E può diventare, se i lettori se ne faranno protagonisti, un grande movimento d'opinione per impedire l’ennesimo e più grave inciucio e costringere il ceto politico ad affrontare alla radice la questione carceraria e le condizioni disumane della detenzione.
SANSA Quel regalo a Berlusconi travestito da gesto di clemenza
TINTI Altro che carceri l’unico problema è B. TRAVAGLIO L’amorale della favola BARBACETTO Carceri, l’emergenza ha la memoria corta FLORES D'ARCAIS Il Pd non sia complice FINI Occhio all’ira dei miti
domenica 13 ottobre 2013
ZYGMUNT BAUMAN IL SOCIOLOGO CHE CI PARLA DELLA MODERNITA' LIQUIDA
ZYGMUNT BAUMAN SU WIRED it
Zygmunt Bauman: "Il futuro non esiste, va creato"
Il sociologo della modernità liquida è intervenuto a Milano per Meet The Media Guru. Come è cambiata la nostra vita, divisa tra tra online e offline?
di Philip Di Salvo
"Devo deludervi, non sono un guru", ha esordito Zygmunt Bauman, aprendo il suo intervento milanese a Meet The Media Guru: "non vi dirò come condurre la vostra vita". La conferenza di Bauman, uno dei maggiori pensatori viventi, ha toccato molti aspetti centrali della nostra condizione di esseri umani, a cominciare dal rapporto con la vita digitale. Secondo il sociologo, la nostra esistenza ha conosciuto, con la rivoluzione digitale, l'impatto con una divisione, quella tra online e offline, che ci ha imposto di vivere allo stesso tempo in due differenti dimensioni. In questo contesto, i bambini incontrano Internet ormai già a 4 anni e crescono senza nemmeno poter immaginare che la connessione al Web possa non esserci, tanto il nostro rapporto con la vita online è diventato stretto. La Rete, per Bauman, è parte del progresso, ma porta con sé anche un numero di "perdite collaterali". L'automatizzazione del lavoro, ad esempio, causa diminuzione di posti di lavoro "umani" sia nell'industria pesante che nel lavoro intellettuale, ha puntualizzato Bauman: "i server stanno immagazzinando la nostra conoscenza e la nostra capacità di memorizzare sta scomparendo".
sabato 5 ottobre 2013
venerdì 27 settembre 2013
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