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giovedì 6 febbraio 2014

mercoledì 5 febbraio 2014

EMOZIONI

 
 
 
INTERESSANTE ARTICOLO DA "LE SCIENZE" EDIZIONE ITALIANA DI SCIENTIFIC AMERICAN
 
 
EMOZIONI... COLTIVARLE A SCUOLA PER FARLE NASCERE NELLA VITA QUOTIDIANA.
 
L'ALFABETIZZAZIONE EMOZIONALE ALLENA IL SENSO EMPATICO E DI SOLIDARIETA' VERSO SE STESSI E VERSO GLI ALTRI, L'EDUCAZIONE ALLE EMOZIONI DEVE ESSERE UN PROCESSO EDUCATIVO CHE SI FONDA SULL'INTENZIONALITA' DEL FARE SCUOLA. L'ARTICOLO TRATTA E RACCONTA UNA INTERESSANTE ESPERIENZA REALIZZATA NELLA SCUOLA PRIMARIA.

sabato 11 gennaio 2014

IL MOOC UNA NUOVA FRONTIERA

Grazie al professore Andreas adesso so cosa sia un MOOC e mi piace l'idea della sua diffusione, soprattutto mi piace esserci dentro!

sabato 30 novembre 2013

LA RIFLESSIONE DEVE PARTIRE DA NOI

 
 
 
IL LINK RIMANDA A UN ARTICOLO INTERESSANTE, RICCO DI SPUNTI DI RIFLESSIONE CIRCA L'IDENTITA' DEI NATIVI DIGITALI.
SEGNALATO DAL PROF ANDREAS FORMICONI, ATTENTO OSSERVATORE E ASCOLTATORE DEL MONDO GIOVANILE, CONSIGLIO LA LETTURA AI GENITORI CHE VISITANO IL BLOG.

mercoledì 27 novembre 2013

NE PARLAVO GIUSTO IERI CON BEPPE, MI SI E' APERTO UN MONDO ANCHE SENZA L'ACCOUNT IN FACEBOOK


MI RICONOSCO IN QUESTE IDEE E NELLA LOGICA DELLA CONDIVISIONE.


Da quando faccio parte del Gruppo Insegnanti 2.0 posso dire che “mi si è aperto un mondo”!
sa1_collaboratePrima di tanti ambienti istituzionali, il Gruppo Insegnanti 2.0 è nato per dare una risposta al bisogno di aggiornamento di noi docenti e per offrirci nuovi ed innovativi spazi di discussione. Sfruttando la capillare diffusione di Facebook e soprattutto l’apertura around the clock di questo popolare social network, possiamo oggi disporre di un’autentica “Sala Docenti Virtuale”.
La vera forza del Gruppo Insegnanti 2.0 ed il motivo del suo crescente successo sta nel fatto che noi siamo insegnanti veri! Persone che tutti i giorni entrano in classe e si misurano con i problemi reali ed i bisogni speciali dei ragazzi di oggi.

domenica 17 novembre 2013

TANTO PER CHIARIRCI UN PO' LE IDEE SU COSA FACCIAMO O SI DOVREBBE FARE A SCUOLA

LETTURA CONSIGLIATA


Insegnare, programmare e valutare per competenze
di Antonio Maiorano, autore Mondadori Education
Il concetto di didattica per competenze comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90... 


Il concetto di didattica per competenze comincia ad affermarsi intorno alla metà degli anni ’90, nei documenti dell’Unione Europea, come il Libro bianco sull’istruzione e formazione1 a cura di Edith Cresson, allora Commissario Europeo con delega alla scienza, ricerca ed educazione, in cui si legge: «In tutti i paesi d’Europa si cercano di identificare le “competenze chiave” e di trovare i mezzi migliori di acquisirle, certificarle e valutarle. Viene proposto di mettere in atto un processo europeo che permetta di confrontare e diffondere queste definizioni, questi metodi e queste pratiche». 
L’idea di competenza deriva dall’ambito lavorativo, dove indica “il patrimonio complessivo di risorse di un individuo nel momento in cui affronta una prestazione lavorativa o il suo percorso professionale”.2
Secondo questa idea viene effettuato, per esempio, nei Centri per l’impiego, il cosiddetto “bilancio delle competenze”, un colloquio, cioè, in base al quale si individuano le potenzialità dell’individuo, in termini di formazione, esperienze e attitudini, per trovargli una collocazione sul mercato del lavoro.
La dimensione della potenzialità e quella della natura integrata della competenza sono fondamentali, perché le ritroveremo anche nell’applicazione al mondo della scuola.
È intorno al 2000, nella temperie storica della Riforma Berlinguer, che inizia la discussione in Italia su cosa si debba intendere per competenza in un ambito formativo.
Rileggiamo due definizioni che risalgono appunto a quel periodo:
1. «Per competenza si intende, in un contesto dato, potenzialità o messa in atto di una prestazione che comporti l’impiego congiunto di atteggiamenti e di motivazioni, conoscenze, abilità e capacità e che sia finalizzata al raggiungimento di uno scopo.»3
2. «Ciò che, in un contesto dato, si sa fare (abilità) sulla base di un sapere (conoscenze), per raggiungere l’obiettivo atteso e produrre conoscenza; è quindi la disposizione a scegliere, utilizzare e a padroneggiare le conoscenze, capacità e abilità idonee, in un contesto determinato, per impostare e/o risolvere un problema dato.»4
Il quadro comincia a chiarirsi: la competenza, per esplicitarsi, ha bisogno di un contesto dato, non esiste se non “in situazione”, non può darsi in astratto; è un mix di conoscenze, abilità e attitudini (atteggiamenti e motivazioni); ha a che fare con la risoluzione di un problema, con il raggiungimento di uno scopo.

venerdì 15 novembre 2013

GRAZIE FLAVIA!

Imparare a parlare digitale

Quale lingua “parla il digitale”? Quanto la conosciamo e la insegniamo?
Riflettendo sulle competenze linguistiche che un cittadino digitale deve possedere, per poter esercitare attivamente il proprio ruolo all’interno della comunità (on e off line), non si può ignorare l‘evoluzione lessicale in atto.
Per poter essere inclusi è necessario imparare ad imparare per tutto l’arco della vita.
Ecco alcune riflessioni in merito

IL MESSAGGIO DI PRENSKY AI DOCENTI ITALIANI

A TUTTI I GENITORI E A CHI CURIOSAMENTE GIRA NEL MIO BLOG

 CONSIGLIO LA LETTURA DI QUESTO ARTICOLO 

domenica 10 novembre 2013

UNA VOLTA C'ERA IL DIRITTO ALLO STUDIO......

DIRITTO ALLO STUDIO



Quando sono entrata nel mondo della scuola mi è stato insegnato che per il docente l'aggiornamento e la formazione continua dovevano rappresentare un DOVERE, un dovere da coltivare costantemente per garantire una professionalità di alto livello. Mi riconoscevo in questo principio. Negli anni, il dovere si è trasformato in DIRITTO-DOVERE,  mi sono riconosciuta ancora di più in questo principio, evoluto nel paradigma del diritto. Attualmente, si fa un gran parlare di questo tema, ahimè, solo un gran parlare, come spesso avviene in questa strana Italia, in cui si è pronti a riconoscere la significatività di determinate problematiche, ma, poi, nel pratico, si riesce a fare ben poco. Ebbene, così avviene anche nel mondo della scuola: si è concordi nel riconoscere l'importanza dell'aggiornamento come attività che racchiude in sé l'impianto strategico per affrontare le sfide intellettive, sociali, educative e formative lanciate dai nostri studenti, poi, però, si trascurano totalmente tutte quelle iniziative che potrebbero sostenere il docente nell'interpretare a pieno titolo il concetto di DIRITTO-DOVERE dell'aggiornamento e della crescita professionale nell'ottica del life long learning! 
Il Diritto allo studio è contemplato come normativa, ma non lo è nella pratica, nel mio caso è stato sistematicamente negato.  

Citando  Victor Garcia Hoz "Educazione personalizzata" pag.70
..Se un professionista ha bisogno di un continuo riciclaggio o di un riadattamento richiesto dai rapidi cambiamenti della scienza e della società, chi ha più necessità di questa educazione permanente è proprio colui che professionalmente si dedica alla funzione educativa. La necessità di riadattamento in qualsiasi campo professionale è determinata dalla necessità di sostituire i prodotti che rapidamente invecchiano con altri più adeguati alle nuove necessità dell'uomo. Perciò....
Il risultato dell'educazione deve essere continuamente rielaborato. L'educazione permanente non comporta la sostituzione di uomini anziani con altri, bensì la sostituzione di idee o atteggiamenti antiquati con altri in accordo con la nuova situazione. Per concludere....
Se i maestri restano arretrati, l'educazione nascerà già vecchia, fuori dal suo tempo ....  

lunedì 4 novembre 2013

Da Impara Digitale

                 LA CITTADINANZA DIGITALE PASSA ANCHE ATTRAVERSO QUESTE SEMPLICI  REGOLE

ARTICOLO INTERESSANTE


sabato 26 ottobre 2013

STUDIANDO IL GIAPPONESE...DA MIA FIGLIA

 SI SA..IL GIAPPONESE E' UNA LINGUA PARTICOLARE, STUDIARLA TI CAMBIA, COME SE TI ESPLODESSE DENTRO. PENETRARE LE SUE STRUTTURE EQUIVALE AD  UN ARRICCHIMENTO COSTANTE DELL'ANIMA. DIETRO OGNI SEGNO, OGNI SIMBOLO, OGNI PAROLA C'E' UN MESSAGGIO CULTURALE, UN PO' COME AVVIENE IN TUTTE LE LINGUE, MA IN QUELLE ORIENTALI CIO' CHE SI SENTE E' UNA SORTA DI MAGIA...



笑う門には福来たる

QUESTO PROVERBIO SI LEGGE COSI'

WARAU KADO NI WA FUKU KITARU

martedì 15 ottobre 2013

DA MICROMEGA.............FIRMA ANCHE TU

APPELLO
No all'amnistia. Firma anche tudi Andrea Camilleri, Roberta De Monticelli, Paolo Flores d’Arcais, Barbara Spinelli"L’indulto+amnistia che oggi il Presidente Napolitano chiede in toni ultimativi al Parlamento non risolverebbe nessun problema strutturale e avrebbe come unici effetti più rilevanti quelli di fornire un salvacondotto tombale a Berlusconi, di delegittimare il lavoro della magistratura di contrasto al crimine, di umiliare le vittime e i loro parenti".
50mila adesioni! Mobilitiamoci
per moltiplicarle
di Paolo Flores d'ArcaisNonostante il silenzio dei media, l’appello lanciato da MicroMega sta ricevendo una mole di adesioni inattesa e confortante. E può diventare, se i lettori se ne faranno protagonisti, un grande movimento d'opinione per impedire l’ennesimo e più grave inciucio e costringere il ceto politico ad affrontare alla radice la questione carceraria e le condizioni disumane della detenzione.
SANSA Quel regalo a Berlusconi travestito da gesto di clemenza
TINTI Altro che carceri l’unico problema è B. TRAVAGLIO L’amorale della favola BARBACETTO Carceri, l’emergenza ha la memoria corta FLORES D'ARCAIS Il Pd non sia complice FINI Occhio all’ira dei miti

domenica 13 ottobre 2013

TRA PLUTARCO E TOMMASO D'AQUINO




L'OPERA DEL MAESTRO NON CONSISTE NEL RIEMPIRE UN SACCO, MA NELL'ACCENDERE UNA FIAMMA..

ZYGMUNT BAUMAN IL SOCIOLOGO CHE CI PARLA DELLA MODERNITA' LIQUIDA


ZYGMUNT BAUMAN SU WIRED it

Zygmunt Bauman: "Il futuro non esiste, va creato"

Il sociologo della modernità liquida è intervenuto a Milano per Meet The Media Guru. Come è cambiata la nostra vita, divisa tra tra online e offline?

 di Philip Di Salvo

"Devo deludervi, non sono un guru", ha esordito Zygmunt Bauman, aprendo il suo intervento milanese a Meet The Media Guru"non vi dirò come condurre la vostra vita". La conferenza di Bauman, uno dei maggiori pensatori viventi, ha toccato molti aspetti centrali della nostra condizione di esseri umani, a cominciare dal rapporto con la vita digitale. Secondo il sociologo, la nostra esistenza ha conosciuto, con la rivoluzione digitale, l'impatto con una divisione, quella tra online e offline, che ci ha imposto di vivere allo stesso tempo in due differenti dimensioni. In questo contesto, i bambini incontrano Internet ormai già a 4 anni e crescono senza nemmeno poter immaginare che la connessione al Web possa non esserci, tanto il nostro rapporto con la vita online è diventato stretto. La Rete, per Bauman, è parte del progresso, ma porta con sé anche un numero di "perdite collaterali". L'automatizzazione del lavoro, ad esempio, causa diminuzione di posti di lavoro "umani" sia nell'industria pesante che nel lavoro intellettuale, ha puntualizzato Bauman: "i server stanno immagazzinando la nostra conoscenza e la nostra capacità di memorizzare sta scomparendo".